I cinesi di Hutchison Whampoa sono interessati solo alla rete mobile di Telecom Italia e non anche alla sua rete fissa. La notizia rimbomba dall’Asia e rappresenta un possibile fattore di sblocco dell’inizio delle trattative tra le due società, visto che ad oggi il vero grande impedimento alla fusione tra la compagnia italiana e la controllata dai cinesi H3G Italia era dato dall’indisponibilità del governo di cedere a un soggetto straniero ciò che viene considerato in Italia un asset strategico. Quindi, il consiglio di amministrazione di Telecom dell’8 maggio potrebbe formalmente dare mandato al presidente Franco Bernabè e al comitato istituito allo scopo per dare vita alle trattative con il gruppo cinese. Certo, i punti da sciogliere sono diversi, in primis, la valutazione di 3 Italia. Secondo Reuters, il prezzo di 1,5 miliardi di euro sarebbe corretto e Hutchison Whampoa ritiene che in cambio della cessione della controllata italiana dovrebbe ottenere il 10% dell’ex monopolista, valutando le azioni a un prezzo di 1,2 euro, il doppio delle quotazioni attuali del titolo.
Ma l’interesse dei cinesi solo alla rete mobile potrebbe facilitare il compito anche all’Antitrust, perché l’integrazione tra le due società avrebbe potuto subire la bocciatura dell’authority. Al contrario, nel caso in cui si fondessero solo le reti mobili, il via libera dovrebbe arrivare più agevolmente, in quanto su questo mercato la concorrenza continuerebbe ad essere sostenuta, anche in assenza di un operatore come 3 Italia.
Pertanto, il cda dovrebbe mettere ora una parola definitiva sullo scorporo della rete fissa, che sgraverebbe la compagnia anche di un pò di debiti. Rimane, tuttavia, l’incertezza sulla decisione che prenderà Telco, partecipata Telefonica, Intesa, Mediobanca e Generali, pari al 22,45% di Telecom.