Il titolo Apple è sprofondato nelle ultime sedute sotto i 400 dollari, quando a settembre aveva superato i 700 dollari. Un crollo del 40% in soli sette mesi, che inizia a creare preoccupazione al team di Tim Cook. Perché martedì prossimo saranno divulgati i risultati del primo trimestre e si vocifera che l’utile netto possa essere in calo del 20% su base annua a 9,5 miliardi, un dato certamente non negativo, ma molto inferiore alle attese e che segnala un trend discendente. E anche la capitalizzazione della società è stata superata dalla ExxonMobil, con quest’ultima che vale a Wall Street intorno a 380 miliardi di dollari e Cupertino intorno ai 370 miliardi. E il problema sono le vendite del melafonino, oggetto cult di Apple, ma i cui volumi sono stati abbondantemente superati dai concorrenti, come nel caso del Galaxy per la coreana Samsung.
A confermare lo stato di forte rallentamento nelle vendite concorrono le dichiarazioni di Cirrus Logic, società che produce componenti per Apple, secondo cui il proprio magazzino è stato svalutato, a causa delle minori richieste di un cliente. E sebbene non abbia fatto alcun nome, non può passare inosservato che Apple sia ad oggi il suo maggior cliente, rappresentando quasi il 90% della domanda complessiva.
Un aspetto non irrilevante nella vicenda della quotazione del titolo è legata anche alla scarsa conoscenza da parte del mercato delle date in cui usciranno i nuovi modelli dei due prodotti di punta di Cupertino: iPad e iPhone. Il primo sarebbe dovuto uscire tra marzo e aprile e, invece, non è accaduto nulla. Il secondo dovrebbe fare il suo sbarco a giugno, ma ad oggi non è arrivata alcuna comunicazione ufficiale. Infine, pare siano svanite la magia e la precisione dei dettagli dell’era Steve Jobs.