Colpo di scena nell’infinita vicenda Unipol-FonSai. Ieri, l’assemblea degli azionisti di Fondiaria Sai era chiamata ad esprimersi sulla mozione presentata dal commissario “ad acta”, Matteo Caratozzolo, riguardo a un’azione di responsabilità contro la famiglia Ligresti e altri 19 amministratori della precedente gestione, per una richiesta di risarcimento del danno, quantificato in 130 milioni. A sorpresa e contrariamente alle voci che davano Unipol assente, Bologna ha votato in favore dell’azione risarcitoria, in linea con la quasi totalità dell’assemblea (99,95% dei soci presenti, pari al 66,64% del capitale).
Adesso, tuttavia, gli amministratori citati da FonSai potrebbero a loro volta tentare di rivalersi sulla stessa Unipol, la quale aveva garantito loro un anno fa il diritto di manleva, ossia la garanzia che non avrebbe approvato azioni di responsabilità nei loro confronti.
E’ lo stesso ad Carlo Cimbri a chiarire che dinnanzi a queste fattispecie, la manleva non avrebbe efficacia e in ogni caso la compagnia emiliana sarebbe pronta a difendersi. Dunque, la linea seguita da Unipol è stata di rottura con la precedente gestione, evitando che un voto contrario potesse inficiare il buon esito dell’integrazione con FonSai, visto che la Consob avrebbe potuto così richiedere il lancio di un’Opa obbligatoria verso le azioni di minoranza della compagnia. Soddisfazione è stata espressa anche dal rappresentante di Palladio, azionista al 2%, così come da Matteo Arpe, socio con Sator, il qualei si è riservato il diritto di procedere ad azioni autonome.