Il consiglio di amministrazione di Impregilo ha approvato l’Opa di Pietro Salini, già oggi azionista del general contractor per il 29,8%. Allo stesso tempo, il board ha detto sì anche allo stacco della maxi-cedola da 600 milioni, che sarà distribuita presumibilmente in primavera, dopo il completamento dell’offerta pubblica. l costruttore romano punta al 51% delle azioni con diritto di voto, dopo che lo scorso anno ha sconfitto Beniamino Gavio, ex azionista di controllo con una quota altrettanto alta. La cedola sarà distribuita, grazie alla cessione della controllata brasiliana Escorodovias, che ha fruttato 900 milioni di euro.
Il maxi-dividendo sarà pari a 1,5 euro per azione, quasi il 40% del prezzo di chiusura di ieri a Piazza Affari, 3,98 euro. Secondo gli analisti, i prezzi attuali delle azioni Impregilo incorporano già la cedola e, pertanto, non avrebbe senso una corsa all’acquisto dopo l’ufficializzazione dello stacco.
Il prezzo di chiusura di ieri, poi, è in linea con l’offerta di Salini, pari a 4 euro per ciascuna delle 280 milioni di azioni in mano agli altri soci, Gavio incluso. Il gruppo di Tortona potrebbe anche decidere di aderire all’offerta, che stando alle indicazioni di Salini sarà ritenuta valida al superamento del 50% +1 azione.
Nel caso di successiva integrazione tra Salini e Impregilo nascerebbe un colosso internazionale delle costruzioni, con ricavi per 7 miliardi entro il 2015. In particolare, il romano è attivo nell’Est Europa, mentre Impregilo è molto presente sul mercato nazionale.
Si attende ora il via libera della Consob in settimana, mentre il prezzo sarebbe ritenuto congruo da grossa parte degli analisti.