L’Istat ha reso noti i dati sulla disoccupazione a gennaio, che evidenziano un boom del numero di coloro che cercano un lavoro e non lo trovano. Sono ora a quota 3 milioni, pari all’11,7%, in crescita di 110 mila unità dal mese di dicembre del 2012 e di 554 mila rispetto a un anno prima. Malissimo il dato sulla disoccupazione giovanile, salito al 38,7%, l’1,6% in più su base mensile e +6,4% su base annua. Si tratta delle cifre più alte dal 1992. Quanto ai senza lavoro tra gli under 24, al Sud hanno raggiunto il 50,5%, al Nord il 29,7% e al Centro il 39,3%.
E cresce anche il numero dei lavoratori precari, ossia di coloro che non hanno un lavoro stabile. A gennaio sono 2,8 milioni, di cui 2,375 milioni sono lavoratori a tempo determinato (1,7 milioni full-time e il resto part-time) e 433 mila collaboratori.
Negativo anche l’indice Markit sul Pmi manifatturiero. A febbraio è sceso a 45,8 da 47,8 di gennaio, sotto la media di 47,9 punti dell’Eurozona. Ciò indica una contrazione (siamo sotto i 50 punti) e un abbassamento dei livelli produttivi sullo stesso mese precedente.
Infine, la carrellata negativa dei dati Istat si arricchisce delle cifre sul pil. Nel 2012 è sceso del 2,4%, sopra le attese di -2,2%, riportando la ricchezza annua prodotta dall’Italia ai livelli del 2000. Il deficit è sceso al 3% del pil dal 3,8% del 2011, mentre il debito è salito dal 120,8% al 127% del pil. La pressione fiscale è esplosa al 44% (1,4%), mentre le entrate sono cresciute al 48,1% del pil dal 46,6% dell’anno precedente, così come le spese sono salite al 51,2% dal 50,4%.
In compenso, a febbraio rallenta l’inflazione all’1,9% su base annua. Si tratta del quinto calo mensile consecutivo. A gennaio, i prezzi erano cresciuti del 2,2%.