Il risultato delle elezioni politiche italiane offre agli investitori lo scenario peggio temuto: nessuna coalizione ha la maggioranza per governare. La Camera dei Deputati è andata al centro-sinistra di Pierluigi Bersani per appena lo 0,4% di vantaggio sul centro-destra di Silvio Berlusconi. Il Senato pare essere diviso esattamente in due, ma senza che nessuno abbia i seggi necessari per la maggioranza. Grillo è primo partito con oltre il 25,5% e ottiene un numero altissimo di seggi alla Camera (104) e al Senato (57).
La reazione dei mercati era stata già negativa ieri pomeriggio, quando gli instant polls dei primi minuti venivano smentiti dai dati reali dello spoglio, che indicavano chiaramente la netta avanzata del PDL e il boom di Grillo. Lo spread si era impennato fino a oltre 300 punti base, per poi chiudere a 293 bp.
Stamane, invece, il differenziale tra i BTp e i Bund tedeschi è già schizzato per la scadenza decennale a oltre 340 bp. Un segnale molto negativo, se si pensa che oggi saranno emessi BoT e domani tocca ai BTp. Inevitabile, quindi, un rialzo dei rendimenti, perché la situazione politica è del tutto confusa e l’ipotesi di uno scenario alla greca, con un ritorno immediato alle urne è tutt’altro che esclusa.
Anche a Piazza Affari potrebbe essere una seduta da incubo, come preannuncia la chiusura negativa di ieri sera di Wall Street, la peggiore dal mese di novembre. I mercati potrebbero tornare in tensione, sebbene la garanzia di un intervento della BCE potrebbe frenare il panico. Comunque la si veda, non esiste alcuna soluzione magica e immediata. Passeranno giorni, prima che la matassa della governabilità venga sbrogliata. Ma lo spetto di elezioni tra qualche mese resta il più probabile.