Il costruttore romano Pietro Salini ha lanciato ufficialmente un’offerta pubblica di acquisto sul 100% delle azioni di Impregilo, il principale general contractor italiano. Il prezzo fissato è di 4 euro per azione, superiore del 4% circa agli attuali 3,85 euro di quotazione della società a Piazza Affari, i massimi dallo scoppio della crisi del 2008. Considerando che Salini controlla già il 29,84%, il flottante a cui è rivolta l’offerta riguarda il 70% delle azioni. L’obiettivo dichiarato dal gruppo romano è di arrivare a possedere la maggioranza assoluta delle azioni, ossia qualcosa in più del 20%, oltre la quota già detenuta.
L’Opa potrebbe costare 300 milioni di euro, qualora si raggiungesse l’obiettivo minimo, ma fino a 1,13 miliardi di euro, nel caso in cui aderisse la totalità dei soci, compreso il gruppo Gavio, che controlla un altro 29,8% di Impregilo e che questa estate è stato spodestato dal controllo.
A questi valori, Impregilo sarebbe valutata 1,57 miliardi. L’offerta aprirà il 15 marzo e durerà fino al 15 aprile. Il costo dell’operazione sarà sostenuto con il ricorso all’indebitamento bancario, grazie a un pool di istituti che finanzieranno l’offerta: Natixis, Banca IMI, con la consulenza di Rotschild.
Tuttavia, il costo potrebbe risultare per Salini minore del previsto. Infatti, Impregilo ha da poco ricavato 925 milioni dalla cessione della quota in Escorodovias, la ex controllata brasiliana, promettendo ai soci lo stacco di un dividendo da un miliardo. Pertanto, a conti fatti, ai Salini spetterebbero almeno 298 milioni, ma con il crescere della quota detenuta, sarà maggiore la quota di dividendo a cui avrà diritto. Nel caso estremo in cui avrà ottenuto il controllo del 100% dei titoli, il costo dell’Opa risulterebbe poco superiore ai 100 milioni di euro.
Il costruttore romano punta alla fusione tra la sua società e Impregilo, al fine di creare un colosso delle costruzioni di livello nazionale e internazionale. L’Opa non è finalizzata al delisting.