La Consob ci vuole vedere chiaro su quanto accaduto ieri in borsa, dato che Piazza Affari è stata travolta da un’ondata di vendite che ha travolto letteralmente il titolo Saipem, che ha chiuso la seduta con un crollo del 34%. Male anche un altro titolo sotto l’attenzione degli investitori, MpS, a sua volta sprofondato del 9%. E un altro crollo riguarda le azioni Seat-Pagine Gialle, precipitate in due sole sedute di oltre la metà del suo valore, tanto che la società ormai capitalizza appena al di sopra dei 40 milioni di euro.
Ma indubbiamente è stato il “profit warning” lanciato su Saipem ad avere scatenato l’orso a Milano, con gli utili del 2012 rivisti al ribasso a 900 milioni, così come l’utile operativo o Ebit al -6% a 1,5 miliardi. E per il 2013, entrambi i risultati sono previsti dimezzati, rispetto all’esercizio precedente.
La notizia, insieme all’avviso di garanzia nei confronti dell’ex ad Pietro Franco Tali per presunte tangenti per l’assegnazione di un lotto di appalto del gasdotto in Algeria, ha spinto anche il fondo Fidelity a cedere la partecipazione del 2,3%, un segnale forse devastante per i mercati.
Resta il fatto che il fondo ha venduto il titolo a 31 euro, tramite Bank of America Merrill Lynch, mentre il titolo è precipitato ieri a 20 euro.
Inevitabile che il crollo avrebbe avuto conseguenze negative su tutto il listino milanese, dato che Saipem appartiene al gruppo Eni, da cui è controllata, trascinando così l’indice a -3,36%. Bisogna sperare solo che la seduta di ieri sia stata conclusiva, almeno in parte, degli sfoghi di vendita degli investitori. Se Seat-PG capitalizza appena un quinto di millesimo di tutta la borsa italiana, diverso è il caso di MpS e Saipem, che insieme fanno ancora 12 miliardi e mezzo di capitalizzazione e rivestono un’importanza ben diversa e maggiore.