Alitalia ha finito il suo monopolio sulla tratta Linate-Fiumicino. Lo ha stabilito il Consiglio di Stato, respingendo il ricorso presentato dalla compagnia di bandiera contro la sentenza del Tar del Lazio e che era anche quest’ultima in linea con una decisione assunta dall’Antitrust. I tre anni di deroga ai principi della concorrenza, che erano stati concessi dal governo nel 2009, al fine di agevolare il salvataggio di Alitalia-Air One, sono finiti. La compagnia dovrà cedere complessivamente 7 voli su 60 al giorno. Al momento, infatti, esistono 30 voli di andata e 30 di ritorno, tutti targati Alitalia. Sette dovranno essere ceduti alla compagnia inglese Easy-Jet, a cui si aggiungono altri due voli che gli inglesi sposteranno dalle rotte Parigi e Londra e uno di Assoclearance, l’autorità che gestisce i diritti di decollo e atterraggio.
In tutto, la concorrenza avrà a disposizione 10 voli quotidiani nelle ore di punta mattutine e serali. Ci si attende un calo sostenuto delle tariffe, in linea con la politica low-cost della compagnia inglese.
Alitalia aveva fatto ricorso contro l’Antitrust, un anno fa, sostenendo che la concorrenza sulla tratta Roma-Milano esisterebbe già e si chiama Freccia Rossa. Secondo la compagnia, il treno ad alta velocità sarebbe un sostituto dell’aereo in questa tratta e avrebbe già eroso il 50% dei ricavi sui cieli. Una tesi abbastanza stucchevole, visto che il mercato aereo verrebbe considerato lo stesso di quello dei treni. Tesi, appunto, respinta sia dall’Antitrust, sia dai giudici amministrativi di entrambi i gradi.
Adesso, Alitalia punta a mantenere il numero dei passeggeri, attraverso il programma fedeltà MilleMiglia. Ma sarà molto dura tenere testa agli agguerriti concorrenti inglesi. La tratta Roma-Milano ha sinora garantito ricavi per 150 milioni, pari al 3% del fatturato complessivo della compagnia.