Inizia un nuovo capitolo per Alitalia. Da domenica 13 gennaio, i soci azionisti potranno vendere le partecipazioni, a quattro anni dalla famosa cordata dei “capitani coraggiosi”, che impedì alla compagnia di bandiera di fallire o di essere ceduta ai francesi di Air France. Domenica, infatti, scade il lock-up per il 75% delle azioni, ripartito tra 21 soci, tra cui il 10,6% di Riva e lo 0,9% di Marcegaglia. Tuttavia, prima di cedere, ciascun socio dovrà ottenere il via libera del cda e rispettare il diritto di prelazione degli altri soci. Dal 28 ottobre, invece, cade la necessità del placet del board, fermo restando il diritto di prelazione.
A questo punto, si guarda al cda convocato per il 22 gennaio, che potrebbe essere chiamato a valutare la cessione già di una o più quote. Resta quale acquirente più probabile la compagnia franco-olandese Air France-Klm, che detiene già il 25% della compagnia italiana.
L’obiettivo dei soci sarà di smobilizzare l’investimento del 2008, che ammontò complessivamente a 750 milioni di euro, mentre oggi pare che i francesi siano disposti a offrire il 20% in più di tale cifra, nonostante le smentite.
Tuttavia, resta il fattore “nazionalità” come unico reale ostacolo alle trattative con Parigi. Gli ambienti politici e della grossa industria non vedono di buon occhio la consegna della maggioranza del capitale ai francesi di Air France, perché ciò potrebbe impattare negativamente sul volume di traffico turistico verso l’Italia. Per questo, si parla di una manifestazione d’interesse che potrebbe essere avanzata da Ferrovie dello Stato, in attesa che le elezioni politiche del 24-25 febbraio ci dicano chi ci sarà a Palazzo Chigi.
La vittoria della sinistra di Bersani e Vendola rinvigorirebbe le chance dei francesi di farcela, perché non è un mistero che il PD veda di buon occhio Air France sin dal 2008. Un governo a trazione centrista o di centro-destra, al contrario, farebbe salire in pole position le probabilità di una soluzione italiana o anche delle compagnie del Qatar o degli Emirati, straniere sì, ma non antagoniste dirette per il mercato del turismo italiano.