Nel 2010 in Francia, con il digitale, l’economia è aumentata del 25% ed ha creato 1,1 milioni di posti di lavoro. Il web marketing made in France spinge il Pil e le Pmi che usano la rete hanno una crescita doppia rispetto alle altre imprese.
Quanto vale internet? Qual è il suo impatto sull’economia? McKinsey ha provato a rispondere a queste domande almeno per quanto riguarda la Francia, mettendo però a punto una metodologia che potrebbe consentire un’analoga misurazione nelle altre nazioni con un rapporto presentato ieri a Bercy insieme al ministro dell’Industria e dell’Economia digitale Eric Besson. S
econdo lo studio, internet ha rappresentato 60 miliardi nel 2009, una cifra pari al 3,2% del Pil, e ) e 72 miliardi nel 2010 pari al 3,7% del Pil. Il suo contributo alla crescita economica è sempre più importante. Viene infatti stimato al 10%, se si prendono in considerazione gli ultimi 15 anni, da quando il web ha cominciato a essere più presente nella vita reale delle persone e delle imprese, ma sale al 20% tra il 2006 e il 2009 e al 25% tra il 2009 e il 2010: in sostanza un quarto della crescita dell’anno scorso è direttamente imputabile alle imprese dell’economia virtuale o alle attività internet delle aziende che generalizzano di tutto un po’ dal punto di vista tecnologico.
Importanti sono anche le cifre relative all’occupazione: 145 milioni di persone nel 2010, il 4% della popolazione attiva. Un numero che McKinsey ottiene sommando i 700mila posti diretti di persone che lavorano nelle attività online, un quarto della creazione complessiva di lavoro degli ultimi 15 anni, ed i 300mila indiretti che lavorano grazie all’esistenza di internet; per esempio chi trasporta beni acquistati con l’e-commerce, e i 150mila posti “indotti” di chi vende in forma tradizionale prodotti che sono stati individuati, scelti, selezionati sul web, che McKinsey stima in 28 miliardi nel 2010.
Fondamentale l’effetto internet sulle imprese: secondo il rapporto, che si è concentrato in particolare sulle Pmi, le aziende «a forte intensità web» hanno un tasso di crescita e una quota di export doppi rispetto a quelle che utilizzano meno la rete. Questo dimostra di essere un formidabile acceleratore di sviluppo. Ci sono infine 10 miliardi “risparmiati” da coloro che usano la rete per business: 7miliardi per l’utilizzo di servizi gratuiti grazie alla pubblicità e 3miliardi per il minor costo medio dei prodotti acquistati in rete.
I margini di crescita sono enormi. Basti pensare, come risulta da uno studio Ocse sul tasso di penetrazione internet calcolato utilizzando 17 indicatori, che la Francia è solo al 17 posto (con il 58%) di una classifica guidata dalla Danimarca (83%) e chiusa dalla Turchia (13%). La Gran Bretagna è al quarto posto e la Germania al tredicesimo. L’Italia, con il 27%, è al ventisettesimo, lontana dalla media Oc-se (47%). Stando al trend attuale, nel 2015 il valore di internet in Francia sarà di 130 miliardi, cioè il 5,5% del Pil, con la creazione di altri450 mila posti di lavoro.
Ma se lo stato, incrementando l’utilizzo del web da parte delle proprie amministrazioni e incentivandone la diffusione tra le imprese anche se solo il 50% ha un vero sito internet, riuscirà a imprimere un maggiore dinamismo, la prospettiva è che la ricchezza prodotta possa raggiungere nel 2015 i 160 miliardi.
Secondo il rapporto McKinsey, il primo vantaggio di questa rivoluzione nel modo di lavorare è che gli utilizzatori hanno risparmiato 7 miliardi grazie alla pubblicità. Il ritardo italiano sull’uso di Internet contribuisce al 3,7% del Pil francese e a125% della sua crescita. Ma vale solo l’1,6% del Pii italiano ed il 18%della sua crescita, nel2010, secondo le stime della NetConsulting. Elaborando dati dell’Ocse, il Centro Studi Confindustria ha da tempo dimostrato quanto ci sia forte la relazione tra investimenti in banda larga e crescita.
Fonte: Sole24Ore
Puoi votare l'articolo anche qui, gli articoli precedenti qui.