Il Comitato di Basilea sulla vigilanza bancaria ha approvato le norme di revisione dei criteri sulla cosiddetta “Liquidity Coverage Ratio” (Lcr). I governatori degli istituti centrali europei hanno acconsentito all’unanimità al rinvio dell’attuazione della Lcr, consentendo così alle banche più tempo per adeguarsi ai nuovi standard di qualità imposti da Basilea III. In pratica, le norme scatteranno dal primo gennaio 2015 e prevederanno una copertura graduale della liquidità prevista dal 60% subito e crescendo del 10% all’anno, fino ad arrivare al 100% nel 2019.
In più, la revisione degli standard permetterà alle banche di computare a liquidità anche le azioni e i “mortgage backed securities”, ossia i prestiti ipotecari. Grazie a queste nuove previsioni, si calcola che le banche risparmieranno fino a 500 miliardi di euro per adempiere ai requisiti di liquidità, i quali potranno così essere destinati al sostegno dell’economia reale.
L’intento della Lcr è di evitare casi come quelli di Lehman Brothers, il colosso bancario americano fallito nel settembre del 2008. Gli istituti, infatti, dovranno avere sempre scorte sufficienti di liquidità per i casi di stress, evitando che le banche centrali si trasformino in prestatori di prima istanza.
Il pacchetto prevede, quindi, che le banche detengano gradualmente un CET1 o Commone Equity Tier 1 dal 2% al 7%, ossia che posseggano un capitale di alta qualità in tale misura, in rapporto agli asset a rischio.
Il presidente del governatori e responsabili del Comitato, il governatore della Banca d’Inghilterra, Mervyn King, ha rassicurato che le misure non ostacoleranno in alcun modo la capacità degli istituti di finanziare la ripresa, grazie all’ammorbidimento e al rinvio dei requisiti.