Mercati con le ali, ieri, alla notizia che gli USA hanno evitato il Fiscal Cliff con l’approvazione delle misure volute dal presidente Barack Obama, da parte del Congresso. E se le borse festeggiano con aumenti vistosi degli indici, molto bene fanno anche i titoli di stato, BTp e BoT in testa. I massicci acquisti della seduta di ieri ne hanno fatto scendere i rendimenti, tanto che lo spread decennale, ossia la differenza tra i tassi offerti dai BTp a dieci anni e i corrispondenti Bund tedeschi, si è ridotto fino a toccare e superare al ribasso il cosiddetto “livello Monti”, pari a 287 punti base.
Agli inizi di dicembre, il premier dimissionario, in un incontro bilaterale a Parigi con il presidente Hollande, aveva dichiarato che l’obiettivo del suo governo consistesse nell’arrivare a quota 287 bp di spread a dieci anni, ossia esattamente la metà dell’apice raggiunto sotto la precedente gestione nel novembre 2011.
Ieri, il BTp a dieci anni, invece, mostrava un differenziale di 283 punti a chiusura di seduta, meno dello stesso livello a cui aspirava Monti. Il tasso a dieci anni, così, si è ridotto in zona 4,3%, contro il 4,45-4,48% degli ultimi collocamenti di dicembre.
E il dimezzamento dello spread avrà effetti contabili non indifferenti, qualora si consolidasse. La Banca d’Italia ha calcolato che 100 punti base in meno di rendimento sul debito vale risparmi per lo stato per 3,1 miliardi il primo anno, 6,2 miliardi il secondo anno e 8 miliardi il terzo. Considerando che dalla fine del 2011 ad oggi, lo spread si è dimezzato, si calcola che i risparmi ottenuti nel triennio possano arrivare a 50 miliardi di euro, pari a oltre tre punti di pil. Sperando, quindi, che al più presto si arrivi a quota 200 di spread, il livello che molti considerano in linea con i nostri fondamentali.