La Banca Centrale Europea ha espresso il suo parere non vincolante della norma sui cosiddetti Monti-bond in favore di Monte Paschi di Siena. E per fortuna che il parere non sarà, appunto, vincolante, perché nei fatti è una bocciatura della legislazione provvisoria che il governo Monti ha voluto per la banca con riguardo agli esercizi 2012 e 2013. La BCE ha, infatti, comunicato di ritenere preferibile che il pagamento della cedola, in assenza di utili, avvenga con l’emissione di nuove azioni verso il Tesoro ai prezzi di mercato e non con l’ulteriore emissione di bond. Ciò, spiega Francoforte, in quanto emettere altri Monti-bond per compensare il mancato pagamento cash della cedola sulle obbligazioni precedenti verso lo stato ha l’effetto di gravare il risultato della banca, a causa dell’aumento degli interessi che dovrà corrispondere al Tesoro, con la conseguenza che si rischiano difficoltà di rimborso futuro e tempestivo.
Infine, la BCE bacchetta il governo, ritenendo che avrebbe dovuto consultarla prima di legiferare sul punto.
Con l’approvazione della Legge di stabilità, il governo ha fatto passare una norma “salva-MpS”, inserita quale emendamento, dopo che la Commissione Bilancio del Senato aveva bocciato la stesura iniziale del testo. La norma prevede che per i soli esercizi 2012 e 2013, Siena potrà emettere nuovi Monti-bond, oltre che azioni ai prezzi di mercato, a compensazione eventuale della cedola non corrisposta al Tesoro sulle obbligazioni già contratte. Solo con l’esercizio 2014, in assenza del risultato di esercizio, MpS dovrà emettere nuove azioni, in tal caso.
Poiché entro il primo marzo 2013 è prevista l’emissione di 3,9 miliardi di nuovi bond sottoscritti dal governo, di cui 1,9 miliardi a rimpiazzo dei vecchi Tremonti-bond del 2009, se la banca non avrà maturato utili sia questo che l’anno prossimo, tenendo presente che la cedola è del 9,5%, essa potrebbe emettere nuovi Monti-bond per complessivi 540 milioni circa, portando la sua esposizione verso lo stato fino a 4,4 miliardi di euro.
Il presidente Alessandro Profumo non ha ancora comunicato come intende corrispondere allo stato i 170 milioni dovuti come cedola 2012 sugli 1,9 miliardi di Tremonti-bond.