Il Bundesrat, la seconda Camera del Parlamento tedesco, ha bocciato l’accordo ratificato tra Berlino e Berna, a proposito della tassazione dei capitali esportati illecitamente in Svizzera. La mancata approvazione è stata possibile, perché in questo ramo del Parlamento, il centro-destra di Angela Merkel non è maggioranza, come al Bundestag.
Così l’opposizione socialdemocratica e i Verdi hanno clamorosamente bocciato le misure, che ora rischiano di non entrare più in vigore.
L’accordo tra Germania e Svizzera prevedeva di tassare i capitali esportati illecitamente nel Paese elvetico con aliquote tra il 21% (nella stragrande maggioranza dei casi) e il 41% (in casi rari). Inoltre, Berlino avrebbe continuato a tassare al 26% per gli esercizi futuri anche i rendimenti dei capitali già “scudati”, garantendo in cambio l’anonimato presente e futuro dei possessori.
L’opposizione ha contestato la salvaguardia dell’anonimato, sostenendo che si tratterebbe di una misura iniqua per i contribuenti onesti. Sta di fatto che Berna ha già fatto sapere che non intende rinegoziare l’accordo, che in teoria avrebbe dovuto entrare in vigore dal primo gennaio 2013. E Berlino prevedeva incassi per almeno 10 miliardi subito e 700 milioni di euro all’anno. Cifre contestate dalle opposizioni. Il 70% sarebbe andato a beneficio dei Laender e il 30% dello stato centrale. Adesso, restando una sola seduta da qua a fine anno per il Bundesrat, si spera in una mediazione, magari accrescendo la quota di spettanza dei Laender, anche se il clima pre-elettorale non aiuta al dialogo (si vota per le politiche nel settembre 2013).
Un accordo simile starebbe per essere varato a giorni anche dall’Italia, come già annunciato dal ministro dell’Economia, Vittorio Grilli. Nella maggioranza, unico partito contrario all’intesa con Berna sarebbe il PD, cosa che metterebbe a rischio il governo alla Camera.