Ieri, la utility italiana Snam, ex controllata Eni, ha emesso due obbligazioni per complessivi 1,5 miliardi. In particolare, la società ha collocato sul mercato un bond da 750 milioni con scadenza novembre 2015 e con cedola al 2%, prezzato a 99,847, per un rendimento sopra il Mid-swap di 150 punti base. Stesso importo per l’altro bond con scadenza febbraio 2020, cedola 3,5% e prezzato a 99,646, per un rendimento di 220 punti base sopra il Mid-swap.
Le due obbligazioni hanno raccolto ordinativi per complessivi 8 miliardi, a conferma del successo dell’operazione. In più, i rendimenti si sono attestati al di sotto delle attese prima del collocamento, che erano per +165 bp sul mid-swap per la scadenza triennale e per +265 bp sulla scadenza a sette anni.
Con ieri, Snam ha raccolto nel 2012 6 miliardi, necessari a finanziare il prestito ponte ottenuto per rimborsare un finanziamento da 11 miliardi verso la ex controllante. Il costo di tale nuovo indebitamento si è attestato poco sopra il 4%. Con le due ultime emissioni sono stati garantiti i fabbisogni finanziari della società.
L’ultimo collocamento prima di ieri risaliva al mese di settembre, quando Snam aveva raccolto 2,5 miliardi in due tranche: una da 1,5 miliardi per un bond a 5 anni e mezzo e una da 1 miliardo per un bond decennale. Allora, il rendimento era stato rispettivamente di 285 e 350 punti base sopra il mid-swap. E a conferma del clima di maggiore serenità sui mercati, ieri i due bond emessi a settembre quotavano sul mercato a +184 bp e +235 bp sul mid-swap, mostrando un miglioramento di 100 e 115 punti base, rispettivamente.