Gli amministratori delegati di Intesa-SanPaolo e Unicredit hanno smentito l’ipotesi circolata in questi giorni che i due istituti starebbero per fondersi, per arginare alla radice il rischio di una scalata ostile dall’estero.
Proprio il portavoce di colui che era stato indicato quale la mente del piano, il vice-presidente di Piazza Cordusio, Fabrizio Palenzona, ha affermato che tale ricostruzione sarebbe oltre i limiti della fantasia.
Al margine di una conferenza stampa a Milano, dove sono stati riuniti 250 manager di Unicredit per spiegare loro le azioni della banca a sostegno dell’Italia, l’ad Federico Ghizzoni non ha nemmeno voluto commentare le indiscrezioni, mentre una secca smentita era arrivata poco prima anche dall’ad di Intesa, Enrico Cucchiani.
Resta, tuttavia, il timore che le due banche, in particolare, Unicredit, possano essere nei prossimi mesi oggetto di scalate dall’estero, con investitori allettati dai valori bassi di capitalizzazione in borsa, a fronte di un livello patrimoniale netto ben più alto.
Tra le ipotesi circolava anche l’indiscrezione per cui sarebbe stata Mediobanca a rilevare le attività italiane di Unicredit, che certamente l’Antitrust avrebbe richiesto fossero dismesse, per evitare un’eccessiva concentrazione di mercato. Tuttavia, gli analisti spiegano che Piazzetta Cuccia non sarebbe oggi così forte da un punto di vista politico-finanziario, nel mirino della Procura di Milano per l’affare Unipol-FonSai e uscita sconfitta anche nella nomina del nuovo ad di Generali, ora uomo di Leonardo Del Vecchio e Diego Della Valle, entrambi soci di Piazza Cordusio, che a sua volta controlla proprio Mediobanca e tramite di essa il gruppo assicurativo di Trieste.