L’assemblea dei soci di Mediobanca ha approvato il bilancio per l’esercizio 2012-2013, mentre il consiglio di amministrazione ha presentato i risultati dell’ultimo trimestre.
L’utile netto è salito del 91,9% su base annua a 109 milioni di euro, sebbene i ricavi siano risultati in calo del 4,7% a 453,4 milioni. Bene il Core Tier 1 all’11,5%, ben al di sopra della soglia minima del 9% chiesta dall’Eba.
L’amministratore delegato Alberto Nagel ha spiegato agli azionisti che adesso l’obiettivo consiste nella difesa dei margini, con ciò rispondendo anche alle critiche dei piccoli soci, amareggiati per un dividendo di soli 5 centesimi per azione, “come un sacchetto del supermercato”, ha ironizzato qualcuno.
Spazio anche alla riflessione sul futuro delle partecipazioni in Rcs, Telecom e Generali. Se l’ad ha escluso al momento l’intenzione di ridurre la propria partecipazione nel gruppo editoriale, perché sarebbe un “male oggi”, al contrario si è mostrato molto interessato alla possibilità di modifiche al perimetro di Telecom, in particolare, allo scorporo della rete e alla cessione di Telecom Italia Media, a sua volta controllante La7 ed Mtv, per cui stanno giungendo offerte in queste settimane.
Punto irrinunciabile dell’assemblea è stata la discussione su Fondiaria Sai, la cui fusione con Unipol è stata fortemente caldeggiata da Piazzetta Cuccia, la quale si trova esposta verso la ex compagnia dei Ligresti per 1,12 miliardi. Nagel, che risulta indagato per avere firmato un papello segreto di accordo con l’ex patron siciliano, puntualizza che tale firma sarebbe avvenuta solo come semplice ascolto di richieste altrui, chiarendo anche di non avere mai finanziato i Ligresti in sé, bensì le loro società quotate.