Alle 14.00 (ora locale) di oggi riprendono i negoziati tra il governo greco di Antonis Samaras e i tre rappresentanti della Troika. In particolare, Matthias Mors (UE), Klaus Masuch (BCE) e Poul Thomsen (FMI) incontreranno il ministro delle Finanze, Yannis Stournaras, per discutere sul pacchetto di misure da 13,5 miliardi sul biennio 2013-2014.
Quello di oggi è l’inizio dell’ultimo round di trattative tra governo e creditori, che tra dieci giorni sfocerà in un’accettazione o meno del piano di austerità presentato dal primo. L’ok della Troika si rende necessario, affinché Atene possa ricevere la tranche di aiuti per 31,5 miliardi, facente parte di 130 miliardi del secondo piano di sostegno sbloccato a marzo. Senza questa liquidità, la Grecia andrà in default in poche settimane, non avendo più dal 2010 accesso al mercato finanziario.
Dal ministero delle Finanze tira aria di preoccupazione, in quanto si ritiene che i funzionari possano bocciare alcune delle misure già concordate tra i ministri e/o che possano essere richieste riforme strutturali, come la liberalizzazione delle libere professioni, oltre che una maggiore flessibilità del lavoro dipendente.
Il governo dovrebbe chiedere lo spostamento dal 2014 al 2016 del raggiungimento degli obiettivi di bilancio, in modo da non gravare eccessivamente sul prossimo biennio e consentirgli di gestire meglio una situazione sociale molto preoccupante.
Quale che sia l’esito di questi negoziati, si dovrà passare anche per l’Eurogruppo dell’8-9 ottobre, su cui penderanno anche altre questioni dirimenti, come l’entità della dotazione dell’ESM, gli aiuti alla Spagna e le modalità di implementazione del piano anti-spread di Draghi.