E’ notizia di ieri che la controllata Fiat, Fiat North America, ha deciso di chiedere un giudizio di accertamento al Court of Chancery del Delaware, in merito al prezzo a cui esercitare il diritto di opzione (call option) della quota in mano ai sindacati dei lavoratori in Chrysler, tramite il fondo Veba.
In particolare, l’ad Sergio Marchionne ha spiegato che sulla base dell’accordo con la Uaw del maggio 2009, i sindacati accettarono di vendere la loro quota del 3,32% a un prezzo di 200 milioni di dollari, come risultato di determinati parametri. Tuttavia, oggi gli stessi ritengono il prezzo troppo basso, in conseguenza delle condizioni del tutto migliorate della casa automobilistica di Detroit e della fortissima ripresa in borsa.
La quota di Veba non sarà in ogni caso determinante per il controllo di Fiat in Chrysler, visto che già Torino detiene il 58,5% e con le azioni in mano alla Uaw arriverebbe al 61,8%. Non c’è poi alcun dubbio, spiega Marchionne, che l’opzione sarà esercitata. Si tratta solo di vedere a quale prezzo deciderà il giudice.
A difendere la Uaw in giudizio c’è Erickson Perkins, già consigliere al cda di Detroit, in rappresentanza del fondo Veba e che viene considerato un grande esperto di finanza.
Nelle stesso ore in cui Fiat annunciava la querelle sul prezzo, i vertici di Volkswagen rinnovavano il loro interesse per Alfa Romeo, sebbene abbiano sostenuto che la questione sarà affrontata a tempo debito. Wolfsburg ha fatto intendere che non mollerà la presa sul marchio di proprietà Fiat, che diverrebbe il tredicesimo della sua sterminata collezione.