Il consiglio comunale di Milano risulta riunito ad oltranza, quando sono le ore 9.00 di questa mattina, con una riunione fiume di oltre 16 ore. Oggetto della discussione sono la dismissione delle quote di Palazzo Marino in Serravalle e la quotazione di Sea in borsa, ossia della società che gestisce gli scali milanesi e la cui maggioranza è oggi nelle mani del Comune di Milano.
Se entro oggi il consiglio comunale non dovesse approvare la delibera per l’Ipo, la quotazione non potrebbe avvenire entro la fine dell’anno, visto che oggi risulta essere l’ultimo giorno utile per la finestra tra fine novembre e inizio dicembre.
L’Ipo non coincide, tuttavia, con una cessione della quota pubblica ai privati, poiché il Comune conserverà intatta la sua quota e anche in caso di aumento di capitale, Palazzo Marino dovrebbe mantenere il potere di controllo, attraverso la nomina di cinque consiglieri di amministrazione e del presidente. Non sarà nemmeno necessario restare per forza sopra il 50%, visto che nelle società quotate il controllo lo si può detenere anche con quote di gran lunga inferiori.
Per il presidente Sea, Giuseppe Bonomi, questo sarebbe il momento adatto per quotarsi, grazie a una minore volatilità dei titoli in borsa, scesa dal 55% di un anno fa a meno del 22% di oggi. In più, l’indice Ftse è salito del 13,3% in 12 mesi e questo indica una situazione generale positiva.
Il flottante libero post-Ipo dovrebbe attestarsi al 25%, in linea, afferma Bonomi, con l’esperienza di Fraport, la società di gestione dello scalo di Francoforte, dove gli enti pubblici hanno una quota complessiva superiore al 50%.
Per Bonomi, la strategia consisterebbe nella concentrazione del traffico aereo su Malpensa, sebbene l’atto di indirizzo dovrà provenire dagli enti locali.
Se avverrà il via libera all’Ipo in consiglio, il cda di Sea oggi stesso si riunirà per presentare a Consob e Borsa Italiana la documentazione necessaria per la registrazione in borsa.