Il primo effetto delle misure ancora solo annunciate dal governatore della BCE, Mario Draghi, è stato il tonfo dello spread decennale tra BTp e Bund, sceso a quota 367 punti base. C’è una leggera euforia sui mercati, dopo che Francoforte ha presentato il cosiddetto “piano anti-spread”. Il punto qualificante consiste nella possibilità per l’Eurotower di acquistare titoli di stato dell’Eurozona in quantità illimitate.
Draghi ha anche specificato che tali acquisti riguarderanno i titoli con scadenza tra 1 e 3 anni e che saranno sterilizzati, in modo da non accrescere la massa monetaria in circolazione, quindi, senza contravvenire al mandato, che prevede il contenimento dell’inflazione nel medio termine al 2%.
Gli acquisti saranno discrezionali e non automatici e potranno essere richiesti dagli stati, a patto che i relativi governi concordino l’attuazione di determinate riforme. Lo stop al sostegno BCE potrebbe scattare in due ipotesi: quando Francoforte dovesse ritenere gli acquisti non più necessari e allorquando i governi non dovessero rispettare gli accordi assunti sulle riforme.
L’Eurotower potrà, dunque, fissare un massimale di spread per ciascun titolo, pur senza dichiararlo pubblicamente, ma a fini operativi interni. Stando al Financial Times, l’Italia potrebbe chiedere aiuto entro l’anno, sebbene sia incoraggiante la discesa del differenziale di rendimento che si è registrata in un solo giorno, per l’effetto-annuncio.
Resta l’attesa per la sentenza della Corte Costituzionale tedesca sul meccanismo dell’Esm, che se invalidato non consentirebbe al Fondo di acquistare titoli a più lungo termine.
Infine, ieri la BCE non ha abbassato i tassi di riferimento, mantenendoli allo 0,75%. Si prevede un loro taglio ad ottobre.
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