Il governatore della Bundesbank, Jens Weidmann, ha minacciato le dimissioni, in seguito alle misure che saranno proposte dal presidente della BCE, Mario Draghi, al consiglio direttivo del 6 settembre. E’ quanto riporta il quotidiano tedesco “Bild”, secondo il quale solo il pronto intervento del cancelliere Angela Merkel lo starebbe convincendo a restare al suo posto almeno fino al board di giovedì, quando Weidmann intende fare sentire la sua voce.
Il giovane governatore della Buba avrebbe deciso di compiere il gesto estremo, in quanto contrario agli acquisti che Draghi vorrebbe compiere di BTp e Bonos, ritenuti dal banchiere tedesco contrari allo Statuto, in qualità di interventi di sostegno all’indebitamento pubblico di Roma e Madrid.
Dopo che sono iniziate a circolare le voci del possibile passo indietro del numero uno di Francoforte, il componente tedesco al board della BCE, Joerg Asmussen, ha tentato di stemperare lo scontro interno alla stessa Germania, rassicurando sul fatto che questo nuovo programma di acquisti sarebbe migliore del precedente e che egli stesso s’interrogherà sulla bontà dei provvedimenti in discussione, ascoltando le ragioni della Buba.
La prossima settimana, il board dovrebbe esprimersi sul sostegno ai bond pubblici in difficoltà nell’Eurozona, condizionato alla firma di un memorandum sull’attuazione delle riforme chieste a ciascun governo. Secondo Asmussen, la BCE penserebbe a concentrarsi solo sulle brevi scadenze, lasciando all’Efsf-Esm il compito di acquistare titoli a medio-lungo termine. Ipotesi comunque rifiutata dai “falchi” tedeschi, ostili a un qualsiasi intervento di politica monetaria, che possa comportare un aumento del tasso d’inflazione.