La prossima settimana, il premier greco Antonis Samaras sarà impegnato in un mini-tour europeo. Egli dovrà incontrare il presidente dell’Eurogruppo, Jean-Claude Juncker, il cancelliere tedesco Angela Merkel e il presidente francese François Hollande. Obiettivo dei vertici sarà, anzitutto, di rassicurare i partner europei sulla volontà di Atene di attuare le politiche di riforme, già concordate nei mesi scorsi. Tuttavia, una fonte dello stesso governo tedesco ha anticipato quanto era nell’aria da settimane, ossia che Samaras chiederà ai tedeschi di acconsentire a una dilatazione dei tempi previsti per il raggiungimento degli obiettivi fiscali.
A Berlino, in particolare, il premier greco chiederà alla Merkel, secondo il portavoce di quest’ultimo Steffen Seibert, di potere spalmare le nuove misure di austerità per 11,5 miliardi e in discussione in questi giorni ad Atene non solo sul biennio 2013-2014, bensì anche sul biennio successivo.
Lo stesso Seibert, tuttavia, chiude la porta a ogni possibile modifica dei patti, affermando che per la Germania vale ancora il Memorandum firmato dalla Grecia a febbraio. E il caso si complica, perché un rinvio dell’obiettivo di bilancio si accompagnerebbe di pari passo a una ulteriore richiesta di aiuti all’Europa, cosa che Berlino rifiuta nettamente.
Al Bundestag, infatti, il sentimento predominante è quello di una volontà di cacciare la Grecia dall’Eurozona il prima possibile, dando per scontato che Atene non sarà in grado di evitare il default. Per questo, esperti e politici della maggioranza di centro-destra ritengono che sia meglio che la bancarotta avvenga quando i greci non avranno più in tasca l’euro, in modo da contenere l’effetto contagio sul resto dell’unione monetaria.