L’agenzia di rating Standard & Poor’s ha tagliato l’outlook della Grecia da stabile a negativo, confermando al momento il rating CCC. Secondo gli economisti di S&P, Atene potrebbe essere costretta a nuovi aiuti entro il 2012, a causa dei ritardi nell’attuazione delle misure di bilancio concordate con i creditori. In più, la sua situazione economica dovrebbe deteriorarsi peggio del previsto, con un pil in crollo del 10-11% nel biennio 2012-2013, contro una previsione del -4-5% del Fondo Monetario.
Per questo, l’agenzia non nasconde la probabilità che nel futuro prossimo il rating ellenico possa essere ulteriormente abbassato. Nel 2013, infatti, la Grecia potrebbe raggiungere un rapporto tra debito e pil del 170%, contro un obiettivo del 120% entro il 2020.
Ma adesso anche a livello ufficiale iniziano a circolare in Europa dichiarazioni di pessimismo sulle probabilità di permanenza di Atene nell’Eurozona. Ieri, il presidente dell’Eurogruppo, Jean-Claude Juncker, ha avvertito che un probabile addio dei greci alla moneta unica sarebbe oggi un evento gestibile e che una fuoriuscita dall’euro avverrebbe non prima dell’autunno e non dopo, anche se non sarebbe comunque auspicabile.
Tutto ciò sta avvenendo, mentre il governo di coalizione guidato dal premier Antonis Samaras sta per varare un nuovo piano di austerity per 11,5 miliardi, imponendo tagli specie su dipendenti pubblici e pensioni. Il Paese è già al suo quinto anno consecutivo di recessione, con la previsione di un 2013 di ulteriore crollo della ricchezza nazionale. Il tasso di disoccupazione è passato negli ultimi cinque anni dal 7,9% al 22,5%, determinando una situazione sociale molto critica.