L’amministratore delegato di Mediobanca, Alberto Nagel, è indagato per ostacolo all’attività di vigilanza. Ieri, l’uomo è stato sentito per sei ore dal Pm Luigi Orsi, a proposito del presunto patto segreto tra Piazzetta Cuccia e la famiglia Ligresti, che avrebbe favorito la fusione tra Unipol e Fondiaria Sai. Il legale di Nagel dovrebbe presentare istanza di archiviazione.
La vicenda prende inizio dalle dichiarazioni di Salvatore Ligresti, che interrogato da Orsi un paio di settimane fa, ha parlato di un accordo sottoscritto in una lettera e depositato presso lo studio del legale Cristina Rossello, che per Mediobanca tiene i rapporti con i salotti buoni.
Nella missiva si riscontrerebbero alcune garanzie accordate ai Ligresti, tra cui una buonuscita copiosa di 45 milioni, oltre a numerosi altri benefit. Questi “incentivi” si sarebbero resi necessari per agevolare la fusione tra Unipol e FonSai e convincere la famiglia a vendere.
Tuttavia, la lettera non risulta firmata e nemmeno dallo stesso ingegnere di Paternò, che pure aveva sostenuto di averci apposto la firma. In ogni caso, se fosse confermato l’accordo, esso si scontrerebbe con le richieste della Consob di eliminare dal piano Unipol il diritto di manleva in favore dei Ligresti e dei loro amministratori, oltre al diritto di recesso.
Due giorni fa, la figlia Jonella aveva presentato al pm, che indaga sul padre per aggiotaggio e ostacolo all’attività di vigilanza, una registrazione audio di un colloquio tra lei e il legale Rossello, avvenuto presso lo studio di quest’ultima. L’audio sarebbe una prova dell’esistenza almeno di un tentativo di accordo.