Lo chiamano il ribaltone romano, perché il costruttore capitolino Salini ha ottenuto il controllo di Impregilo, battendo i Gavio di Tortona, controllori del 100% di Igli, a sua volta detentore del 29,9% della società.
Dopo una durissima battaglia, con la minaccia di chiamare i carabinieri da parte dei Salini, questi si sono imposti in assemblea, ottendo il 51,01%, grazie ai voti del fondo Amber (7,26%, ma con capacità di voto fino al 9%) e di altri fondi, oltre a deleghe per il 2%.
Con ieri si chiude una battaglia che era iniziata a sorpresa in ottobre, quando Salini annunciò di detenere una quota dell’8% in Impregilo. Rapidamente le sue azioni sono cresciute, fino al 29,949% comunicato un paio di giorni fa.
Con il ribaltone, i Gavio, sostenuti da Mediobanca, perdono il controllo, con la presidenza che passa da Fabrizio Palenzona all’ex Goldman Sachs, Claudio Costamagna.
Tortona non si arrende e spiega che la partita non finisce qui, anche se Salini ritiene che si debba collaborare per il bene della società, sostenendo che l’Opa ostile non sembra uno scenario atteso. I Gavio presenteranno un esposto alla Consob, perché denunciano il concerto presunto tra Salini e Amber.
Quest’ultimo ha spiegato il suo voto sofferto, giustificando il suo favore per il costruttore romano, per via di un piano che garantirebbe maggiori utili a breve e nel lungo periodo per gli azionisti. Salini, dal canto loro, vorrebbero giungere all’integrazione con Impregilo, al fine di creare un colosso delle costruzioni di rilevanza europea. Infatti, Impregilo è molto presente nel business nazionale, ma carente all’estero. Al contrario, Salini è molto attivo fuori dall’Italia, specie nell’Est europeo. L’integrazione tra le due società, quindi, potrebbe essere una fusione perfetta.
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