Dopo altre nove ore di vertice, l’Eurogruppo ha confermato quanto stabilito nella riunione di fine giugno. In particolare, la Spagna otterrà 30 dei 62 miliardi richiesti per ricapitalizzare le sue banche, entro la fine del mese.
Inoltre, prendendo atto delle difficoltà di Madrid a raggiungere gli obiettivi di bilancio nei tempi ad oggi previsti, si è deciso di concederle un anno in più per portare il rapporto deficit/pil sotto il 3%. Esso dovrà ora essere raggiunto nel 2014 e non più nel 2013.
Sulla base di quanto fissato ieri, la Spagna dovrà contenere il suo disavanzo al 6,3% nel 2013, al 4,5% nel 2013 e al 2,8% nel 2014. In cambio degli aiuti, il governo Rajoy si è impegnato a varare una riforma del sistema bancario e, nello specifico, a intervenire su alcuni istituti.
L’Efsf, così come il suo sostituto Esm, potranno intervenire sui mercati finanziari, al fine di stabilizzarli. In altri termini, essi potranno acquistare bond pubblici, qualora i rendimenti di questi ultimi fossero eccessivi. Si è anche concordato che il tedesco Klaus Regling, oggi a capo dell’Efsf, diventi ad anche dell’Esm.
Infine, prorogato il mandato di Jean-Claude Juncker alla presidenza dell’Eurogruppo, che mantiene dal 2005. A tutti gli effetti, il premier del Lussemburgo potrà guidare l’Eurogruppo per altri 2 anni e mezzo, ma lo stesso Juncker ha chiarito che si dimetterà a fine anno o all’inizio dell’anno prossimo. Si prevede una staffetta tra Francia e Germania per la carica.
Nonostante la conferma del meccanismo del cosiddetto scudo-antispread e degli aiuti agli istituti iberici, in apertura lo spread BTp-Bund restava sopra i 270 punti base.
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