S’ingarbuglia la vicenda della fusione tra Unipol e la galassia finanziaria dei Ligresti. Dopo che il custode giudiziario delle azioni dei due trusts caraibici, che detengono complessivamente il 20% di Premafin, ha chiesto la riconvocazione dell’assemblea dei soci sul piano di Bologna, in quanto la prima non sarebbe stata messa nelle condizioni di decidere serenamente, Sator e Palladio rilanciano la loro controproposta per una ricapitalizzazione di Fondiaria Sai per 800 milioni.
Lo spettro di un fallimento del piano Unipol si materializza, proprio quando sembrava cosa fatta, avendo ricevuto Bologna l’ok di Isvap e Antitrust. Invece, con la convocazione di una nuova assemblea, che non potrebbe che avvenire non prima degli inizi di agosto, salterebbe l’aumento di capitale di Premafin, che in base agli accordi dovrebbe iniziare entro il 20 luglio.
Qualora la scadenza non fosse rispettata, Unipol uscirebbe dalla partita. E’ quanto hanno scritto i vertici di Bologna ieri in una missiva inviata ai Ligresti e i loro amministratori. In quel caso, hanno aggiunto, la parola passerà agli avvocati.
In pressing anche le banche creditrici, che temono che il piano sfumi. Unicredit è la più chiara: o si attua il piano Unipol entro i termini concordati, oppure la banca escuterà i pegni delle azioni Premafin in FonSai (35%), determinandone di fatto il fallimento, essendo esse l’unico asset della holding.
Ormai, i Ligresti non sono gli unici ad avere parola sul riassetto della loro holding. Essi, infatti, detengono complessivamente il 30% circa di Premafin, ma bisogna considerare che un altro 40% è nelle mani del tribunale di Milano, se si considera il 20% del custode giudiziario e un 20% del curatore fallimentare, a proposito di Imco e Sinergia.
L’attivismo della Procura negli ultimi giorni è dovuto proprio alla consapevolezza di essere determinanti nella vicenda Unipol e con ogni evidenza i giudici intendono fare pesare il loro giudizio. Se a ciò si aggiunge il flirt tra i tre fratelli, in particolare, tra Paolo e Sator-Palladio, riguardo alla prospettiva di un’offerta alternativa, si comprende benissimo come le probabilità concrete di una realizzazione del piano Unipol stiano scemando rapidamente.