Si preannuncia per nulla facile il vertice europeo di Bruxelles di giovedì e venerdì, quando la UE dovrà affrontare, si spera, una volta per tutte la questione dei debiti sovrani e allo stesso tempo farà il suo esordio internazionale il nuovo governo greco. Tuttavia, non saranno presenti all’incontro né il neo-premier Antonis Samaras, convalescente per un intervento agli occhi, né il suo ministro all’Economia, Vassilis Rapanos, colto da malore.
Ma già c’è chi parla di non coincidenze. Al vertice, infatti, il nuovo premier greco dovrebbe chiedere quasi certamente l’allungamento di due anni del periodo entro cui raggiungere gli obiettivi concordati con la Troika (UE, BCE e FMI). Ma le cose potrebbero complicarsi, come dimostrano alcune anticipazioni del documento che la Troika presenterà sulla Grecia, che riporta alcune accuse pesanti verso Atene.
Secondo le indiscrezioni, il governo greco avrebbe ingannato la Troika, contravvenendo all’impegno di ridurre il numero dei dipendenti statali. Il patto era di sostituire 1 dipendente su 5 che andasse in pensione, ma tra il 2010 e il 2011, pare che siano stati assunti altri 70 mila dipendenti pubblici: a fronte di 53 mila persone andate in pensione nel 2010 e di 40 mila nel 2011, la riduzione degli statali sarebbe stata di appena 24 mila unità. La dimostrazione, che il governo di Papandreou avrebbe continuato a barare, alla faccia degli impegni internazionali.
La strada per Samaras sarebbe in salita, qualora tale documento fosse confermato e presentato al vertice, perché è evidente che sarebbe parecchio difficile per la nuova maggioranza giustificare tali infrazioni, proprio mentre si richiedono nuove proroghe e ulteriori aiuti fino a 20 miliardi.
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