Tra mercoledì e ieri, il Tesoro ha collocato sul mercato titoli di stato per complessivi 12 miliardi. Si trattava di BoT a un anno per 6,5 miliardi, BTp triennali, BTp off-the-run, con scadenza 2019 e marzo 2020, oltre alla riapertura del collocamento di 975 milioni di BoT a un anno, con scadenza giugno 2013, riservati agli Specialisti.
I titoli annuali sono stati piazzati a un rendimento del 3,972%, in netto aumento dal 2,34% di maggio. Malgrado sia stato collocato l’importo massimo previsto dal governo, la domanda è scesa, con un rapporto di copertura a 1,73 dal precedente 1,79. Si tratta del rendimento più alto da dicembre.
I BTp triennali sono stati collocati per un importo di tre miliardi. Anche in questo caso, i rendimenti sono schizzati al 5,30%, contro il precedente 3,91% di maggio. In lieve crescita il rapporto di copertura a 1,59 dal precedente 1,52. Collocati anche 1,5 miliardi tra titoli non più in corso di emissione e con scadenza 2019 e marzo 2020. Nel primo caso il rendimento è salito al 6,13%, nel secondo al 6,10%.
Infine, piazzati anche titoli a un anno, con scadenza giugno 2013, ma riservati agli Specialisti. Assegnati 975 milioni, a fronte di richieste per 1,6 miliardi. Il BoT è stato prezzato a un corso di 96,14, al di sotto del prezzo compreso tra 96,15 e 96,22 sul pre-mercato, quindi, il rendimento è stato appena superiore.
Complessivamente, dunque, si è trattato dell’ennesima conferma del peggioramento delle condizioni dei nostri bond sul mercato primario. E’, poi, evidente che la curva dei rendimenti si stia appiattendo, per via di una crescita dei tassi più alta per le scadenze medio-brevi che sul tratto medio-lungo. Una situazione simile, fino a una clamorosa inversione della curva, si è verificata tra ottobre e inizio di dicembre del 2011, nella fase più drammatica del nostro mercato dei BoT e BTp.
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