Seduta imbarazzante per quello che doveva essere il nuovo business di successo a Wall Street. Alla sua seconda giornata di contrattazioni, seguita all’Ipo dello scorso venerdì, il titolo Facebook ha chiuso con un calo dell’11% a 34 dollari, dopo avere sfiorato perdite di oltre il 13%, scendendo fino a 33 dollari. Di fatto, la seduta è stata archiviata ieri sera a un valore pari al limite minimo indicato dall’Ipo (34-38 dollari). Un flop, senza mezzi termini.
Sono passate di mano circa 52 milioni di azioni, ossia pari a oltre il 10% del flottante complessivo sul mercato. In un solo giorno, il valore di borsa del social network più importante al mondo ha perso oltre 10 miliardi, passando dai 104 miliardi della prima seduta ai 94 miliardi di ieri sera.
Gli analisti sono concordi nel ritenere che il flop sia stato dovuto al prezzo eccessivo con cui la società è sbarcata in borsa, mentre allo stesso tempo sono state aumentate, all’ultimo minuto, le azioni da collocare, quando all’inizio si era parlato di 337,4 milioni di titoli.
La domanda è stata sovrastimata. Gli investitori ritengono che il business non sia chiaro e che un rapporto di 1 a 100 tra utili e capitalizzazione sia eccessivo. Qualcuno si azzarda a prevedere che tale rapporto debba scendere fino a 60. In altri termini, Facebook potrebbe perdere ancora oltre 30 miliardi di dollari, prima che gli investitori la trovino appetibile.
E già c’è chi rischia di scottarsi. Sono coloro che hanno comprato il titolo alle prime battute, quando il prezzo è schizzato a 45 dollari, avendolo mantenuto fino ad oggi. La perdita sarebbe quasi del 25%, anche se non siamo in grado di dire se il titolo possa o meno risalire nelle sedute successive.
Puoi votare l'articolo anche qui, gli articoli precedenti qui.