L’agenzia di rating Fitch ha declassato ieri sera il rating sovrano della Grecia, portandolo da B- a CCC, un gradino al di sopra di D, il livello che indica il Default. Secondo l’agenzia, il giudizio è conseguenza del rischio esacerbato che il Paese non sia in grado di restare nell’Unione monetaria. Se alle elezioni del 17 giugno non ci dovesse essere una maggioranza chiaramente favorevole all’attuazione del Memorandum, allora la fuoriuscita della Grecia dall’euro diventerà probabile.
Intanto, nei primi tre giorni di questa settimana, i correntisti greci hanno ritirato 1,5 miliardi di depositi dalle banche, per effetto della previsione di un addio all’euro e un ritorno alla dracma.
Negli ultimi due anni, i depositi totali in Grecia sono passati da 237 miliardi a 165 miliardi e sebbene ancora non vi sarebbe una vera corsa al ritiro dei risparmi, si teme che vi possa essere un’accelerazione nelle prossime settimane.
Intanto, è scontro totale tra i partiti politici, con il leader di Syriza, Alexis Tsipras, che accusa socialisti e conservatori di Nuova Democrazia di diffondere voci catastrofiste, al fine di convincere la popolazione sulla necessità di approvare ulteriori misure di austerità.
La Grecia dovrebbe approvare 11,5 miliardi tra tagli e/o aumenti di imposte, per adempiere al Memorandum approvato lo scorso febbraio dal Parlamento. Tuttavia, sembra molto difficile che un qualsiasi governo possa essere in grado di adempiere a tale impegno, malgrado tale atto sarebbe fondamentale per ricevere altri aiuti dalla Troika.
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