Da un mese siamo ormai tornati alla fase negativa sui mercati dei titoli di stato, dopo tre mesi di ascesa continuativa quasi ininterrotta dei valori dei nostri bond pubblici. E così, nel giro di quattro settimane siamo passati da un minimo di 278 punti base nel differenziale di rendimento sulla scadenza decennale alla punta massima dei 414 punti, raggiunti ieri, anche se in chiusura lo spread si è attestato a 405 bp.
I tassi decennali dei nostri BTp sono ormai del 5,67%, dopo avere toccato persino un massimo di 5,74%, contro un quasi 6% spagnolo e l’1,6% tedesco.
La ragione di tanta tensione è ancora una volta dovuta ai timori sulla tenuta del debito in vari stati dell’Eurozona, a partire dalla Spagna, che presenta uno squilibrio di bilancio ben lontano dall’obiettivo concordato con Bruxelles per il 2012.
Ma un’altra paura si chiama Francia. Domani si svolgerà il primo turno delle presidenziali e i sondaggi dicono che dovrebbe essere François Hollande a farcela il 6 maggio e a salire all’Eliseo. Se così fosse, si teme che i socialisti non avrebbero intenzione di adottare politiche di risanamento, aprendo una breccia tra i big europei sulla ricetta per le politiche fiscali.
Resta il fatto che la prossima settimana si terranno in Italia due importanti aste, tra CTz, BTpEi e BoT, per un controvalore complessivo fino a 15 miliardi di euro. Con questi chiari di luna, il rischio è che si vada verso una nuova impennata dei rendimenti, facendo crescere il costo medio di rifinanziamento del debito.
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