Redditi fermi, crollo del risparmio delle famiglie e aumento della pressione fiscale. Una miscela esplosiva, che starebbe portando al tonfo dei prezzi degli immobili, che quest’anno potrebbero scendere del 20%. Lo afferma il direttore generale del Censis, Giuseppe Roma, che ricorda come si prospetta il periodo più buio dal 1992-’93, quando il prezzo delle case crollò del 60%.
Oggi, secondo l’istituto, solo il 9,8% delle famiglie risparmia, contro il 28% del giugno 2011. In meno di un anno, poi, sono cresciute dal 25,2% al 41,1% le famiglie che segnalano un calo dei prezzi immobiliari. L’Imu, in particolare, aggraverebbe la tendenza degli italiani a vendere, determinando un calo dei relativi valori di mercato.
Scenari Immobiliari, tuttavia, si mostra ottimista, rilevando già una ripresa delle abitazioni nei centri storici, mentre ci sarebbero difficoltà per quelli siti in località periferiche e mal servite, che non mostrano una crescita di domanda, malgrado prezzi molto bassi.
In generale, però, si sottolinea come si sia tornati allo scenario degli anni Novanta, dove acquista chi può farlo senza un mutuo. Infatti, manca la domanda del mercato povero e le stesse seconde case sono sotto pressione, visto che la crescita della tassazione crea un disincentivo verso questo tipo di investimento.
Altro dato molto curioso è che già dalla fine del 2010 si registra un sorpasso delle abitazioni all’estero comprate dagli italiani, rispetto alle seconde case acquistate in Italia. Queste ultime sono state 600 mila in tutto il 2011, rappresentando il 5% del’intero mercato.
Malissimo il dato sulle nuove costruzioni, crollate a febbraio del 20,3% su base annua e del 10% su gennaio, il peggiore dal gennaio 2009.