La famiglia Ligresti potrebbe dire presto addio alla holding Premafin, che controlla Fondiaria Sai e Milano Assicurazioni. Il piano Unipol, che la compagnia bolognese sta limando in questi giorni con i tre fratelli, è basato su un ingresso iniziale nel capitale Premafin per 400 milioni, attraverso una ricapitalizzazione riservata.
La holding non sarebbe valutata più di 100 milioni, quindi, i Ligresti potrebbero avere una quota di nemmeno un quinto, ma che scenderebbe nel complesso all’1% circa, considerando la fusione prevista tra Premafin, Unipol, FonSai e Milano Assicurazioni.
Proprio questa prospettiva induce più di un analista a ritenere che i Ligresti deciderebbero di avvalersi del diritto di recesso, ottenendo dalla compagnia una buona uscita, calcolata sul prezzo medio delle azioni negli ultimi sei mesi in borsa.
Se si dovesse registrare un prezzo di 0,195 euro per azione, ossia pari a quello offerto da Unipol per l’aumento di capitale da 400 milioni di Premafin, si calcola che la famiglia otterrebbe 56 milioni di euro, che salirebbero a 83 milioni, nel caso in cui il prezzo medio salisse al valore di chiusura di ieri del titolo, cioè a 0,29 euro.
Peraltro, i Ligresti controllano direttamente il 30% della holding, che sale al 50% con le casseforti Imco-Sinergia, ma arriva al 70%, se si considera che la Consob ha scoperto che sono a loro riconducibili i due trust con sede nei paradisi fiscali, che possiedono il 20% della società e per la cui omessa dichiarazione per circa un ventennio Salvatore Ligresti è indagato.
Il piano Unipol non è l’unico in gioco, visto che anche Sator Real Estate e Palladio Finanziaria hanno lanciato una controfferta congiunta, ma che in virtù di una clausola di esclusiva con Bologna, i Ligresti non hanno potuto negoziare a livello ufficiale.
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