In una fase drammatica della vita economica del Belpaese, la notizia che arriva dalla svedese Ikea è senz’altro in controtendenza e apre una speranza per la competitività nazionale. Il colosso dei mobili low-cost ha annunciato, tramite il suo ad per l’Italia, Larss Petersson, che punterà a produrre mobili in Italia, ritenuto un Paese qualitativamente superiore e conveniente sotto più punti di vista.
Ikea già acquista mobili in Italia da 24 fornitori, per un valore complessivo di un miliardo di euro, superiore a quanto vende da noi. A questi si dovrebbero aggiungere due produttori di Verbania e Novara, perché spiega Petersson, il colosso da lui guidato è alla ricerca di nuovi acquisti nel nostro Paese, avendo riscontrato un’ottima esperienza nel rapporto con i fornitori.
La spiegazione della società è semplice: l’Ikea vende soprattutto in Europa, per cui spostare la produzione in Asia sarebbe poco conveniente, tenendo conto che il costo del petrolio sale vertiginosamente, per cui ci sarebbero poi costi di trasporto molto alti. Inoltre, i salari cinesi crescono a ritmi sostenuti, mentre in Italia sono fermi. Per non parlare del fatto che il colosso svedese si qualifica per una politica ambientale di alto livello, che sarebbe rispettata in Italia.
Per tutte queste ragioni, l’obiettivo della società è fare dell’Italia una sua piccola Cina. Una volta tanto, la delocalizzazione ci premierebbe, quando già una cucina venduta dai svedesi è prodotta in Italia. Certo, fa notare Petersson che bisognerebbe migliorare la situazione della burocrazia e i tempi della politica, ma non si dice spaventato dal nostro articolo 18.
E così, se fino a ieri guardavamo in cagnesco i mobili low-cost Ikea, considerati pura concorrenza all’alto livello qualitativo del mobilificio italiano, da oggi abbiamo più di un motivo per cambiare giudizio e per guardarli con un occhio anche benevolo.