“Il nostro territorio possiede delle risorse dalle quali bisogna ottenere il massimo rendimento: ambiente, passione al lavoro nei campi, produzione tradizionale di merci alimentari”. In questo modo, Edoardo Leanza apre il convegno “Politica Comunitaria, agrozootecnia nelle aree interne della Sicilia”, tenutosi presso la sede del Seminario Vescovile di Nicosia.Il convegno siciliano avrebbe definito un ruolo della politica: sostenere la produzione agricola, fornendo risposte immediate a chi decide di investire privatamente, e, soprattutto, indirizzando gli stessi investitori verso il più corretto utilizzo di fondi pubblici. Il territorio che ci circonda, ha detto Leanza, che comprende le zone dei Nebrodi e delle Madonie necessita di un serio rilancio economico; un rilancio economico che preveda un meccanismo virtuoso e che canalizzi le forze verso il raggiungimento di obiettivi quali l’aumento dei posti di lavoro e la stabilità degli stessi, offrendo dunque un futuro più certo alle nuove generazioni. […] Dobbiamo creare un impulso economico che non mi aspetto arrivi dai governi nazionali o regionali, ma venga promosso dal basso, dai produttori e agricoltori diretti”.
“Prima di parlare dei contenuti della nuova riforma, è opportuno definirne le risorse, attraverso il delineamento del Quadro Finanziario Pluriennale, ha detto l’ex-assessore regionale all’Agricoltura. La riforma della nuova Politica agricola comune, così come proposta dalla Commissione europea, prevede importanti cambiamenti per gli agricoltori europei e, quindi, anche per l’Italia.
L’Europa chiede un’agricoltura più sostenibile e attenta alle tematiche ambientali, una ripartizione dei fondi per gli operatori del settore che tiene conto della quantità più che della qualità.
Quest’ultimo aspetto, ci vede contrari e pronti ad agire per attuare delle iniziative che tutelino le eccellenze del settore agroalimentare italiano, ha sottolineato l’eurodeputato La Via, annunciando che il parlamento europeo lavora per elaborare una controproposta alla bozza di riforma della Commissione, ma prima delle azioni di tutela per i nostri produttori, occorre sapere di quale risorse disponiamo per ridiscutere la nuova Pac.
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