Gli investitori si lasciano spesso lusingare dagli investimenti nei mercati emergenti. Con l’Occidente a segnare il passo, sembra che le occasioni si propongano in questi mercati nel 2012.
Un mercato emergente che sta “uscendo dal suo guscio” è la Thailandia. Questo è vero anche se la Thailandia è ultimamente balzata alle cronache solo per la recente notizia delle terribili inondazioni di cui è stata oggetto, che hanno interrotto la sua supply chain a livello mondiale. Le inondazioni hanno spinto verso il basso il prodotto interno lordo Thai almeno del 9 % nel quarto trimestre del 2011. Tuttavia, il livello di interruzione globale causato dalle inondazioni, indica quanto cruciale dia diventata la Thailandia per l’economia mondiale.
La Thailandia è un paese è ormai ben gestito che sembra essere impostato per avere un bel catch-up in quest’anno, con un’ulteriore crescita prevista anche per il 2013. Ecco perchè molti investitori stanno allungando verso questo paese il loro sguardo.
Le cose sono cambiate in meglio in Thailandia. Dal 2001 al 2011, la Thailandia era impegnato in una lotta di potere enorme tra l’elezione di Thaksin Shinawatra, che ha il sostegno soprattutto dalle aree rurali ed è stato il vincitore del confronto, e l’élite di Bangkok, che a provato a fomentare, nel 2005, alcune proteste di piazza, rallentando lo sviluppo economico della Thailandia in quanto gli investitori stranieri si erano scoraggiati.
Tutto è cambiato nel luglio 2011, quando Thaksin Shinawatra, la sorella di Yingluck ha vinto le elezioni generali. Thaksin ha avviato politiche di sviluppo del libero mercato economico, con particolare attenzione alle aree rurali piuttosto che a Bangkok.
Di conseguenza, le prospettive di crescita della Thailandia sembrano ottime, con le previsioni di The Economist che predicono una crescita del 6 % nel 2012, dopo lo 0,1 % nel 2011 (per colpa delle innondazioni) ed un PIL da 346 miliardi dollari. Nel 2013 la crescita è stimata essere del 4,6 %.
In Thailandia c’è un’inflazione bassa, pari circa al 3 % ed il disavanzo pubblico è moderato, circa il 3,4 % del PIL. Il debito pubblico è sotto controllo, anche con una banca centrale che ha allentato un po’ per portare un rapido recupero dalle inondazioni.
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