Il cda di Premafin, ieri, nel tirare le somme dei conti della holding per il 2011 ha dovuto prendere atto che l’unico suo asset del patrimonio (azioni FonSai) era ancora iscritto a bilancio a un valore irrealistico, pari a circa 4 volte e mezzo quello in borsa di questo periodo, che si aggira intorno a 1,30 euro, contro i 7,90 euro di carico.
E così, si è deciso di svalutare le azioni FonSai, la compagnia di cui i Ligresti sono azionisti di controllo con il 35%, portandole a un valore di bilancio di 3,95 euro. In realtà, come detto, anche questo valore si porrebbe irrealisticamente molto al di sopra del corso azionario di questi mesi e, tuttavia, la holding si è avvalsa delle procedure contabili internazionali, che prevedono la possibilità di effettuare una valutazione alternativa al valore di borsa, attraverso lo sconto dei flussi attuali di cassa.
Inoltre, gli esperti hanno anche basato tale calcolo, riferendosi alla forchetta delle offerte di Sator-Palladio e Unipol, che si attesterebbe tra 3,51 euro e 4,37 euro, ricavandone come valore medio, appunto, 3,95 euro.
Il risultato di tale svalutazione è stata una perdita di esercizio per il 2011 di 440 milioni, contro gli appena 110 milioni del 2010.
Ma c’è di più. La riduzione del valore patrimoniale di Premafin provocherà un altro esito: dopo la ricapitalizzazione da 400 milioni di Unipol, Bologna si ritroverà a possedere una percentuale azionaria maggiore, rispetto allo scenario pre-svalutazione, con i Ligresti soci sempre più di minoranza, a causa della diluizione del loro capitale. Ovviamente, la stessa cosa accadrebbe nel caso dell’aumento riservato di capitale per 450 milioni, previsto dalla controfferta Sator-Palladio.
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