Ieri, il Tesoro ha collocato 3,817 miliardi di titoli di stato, quasi il massimo della forchetta prevista tra 2,5 e 4 miliardi. In particolare, sono stati piazzati CTz per 2,817 miliardi e con scadenza 31 gennaio 2014, oltre a un miliardo di BTp indicizzati all’inflazione dell’Eurozona, i cosiddetti BTpEi, di cui 495 milioni con scadenza 15 settembre 2021 e 505 con scadenza 2019.
I CTz hanno riscontrato una domanda complessiva pari a 1,86 volte superiore l’importo offerto, contro un bid-to-cover di 1,93 dell’asta precedente. Malgrado le richieste in calo, tuttavia, il rendimento è stato inferiore al collocamento precedente, esitando una media del 2,352%, contro il 3,013% di fine febbraio. Si tratta del tasso minimo dal novembre del 2010.
Andando ai BTp, quelli con scadenza 2021 sono stati piazzati al rendimento del 3,45%, mentre quelli con scadenza 2019 al 3,09%.
La domanda non è stata entusiasmante, tanto che il Tesoro si è tenuto un pò al di sotto del massimo previsto per i CTz. Un segnale non molto positivo, in vista del collocamento tra oggi e domani fino a circa 17 miliardi circa di altri titoli, di cui 8,5 miliardi sono BoT a sei mesi e che saranno emessi oggi.
Gli altri titoli oggetto di collocamento saranno i CcTeu, indicizzati all’Euribor a sei mesi, per una forchetta di 2-2,5 miliardi; BTp 2017 tra 1,75 e 2,5 miliardi e BTp a 10 anni tra 2,5 e 3,5 miliardi.
In ogni caso, non ci sono stati elementi di allarme, se non un livello di richieste non entusiasmante, probabilmente dovuto anche alla perdita di interesse di parte degli investitori stranieri, per via del ridimensionamento veloce che i nostri rendimenti hanno mostrato sul mercato.
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