E’ sfumata l’intesa tra la Fondazione Monte Paschi di Siena e il fondo d’investimento Equinox sulla cessione delle quote relative a MpS. La trattativa è saltata sia sul prezzo che su un altro aspetto, la percentuale di ingresso di Mancuso nell’azionariato.
Questi aveva proposto a Palazzo Sansedoni l’acquisto delle azioni a 0,32 euro ciascuna, al di sotto dell’attuale valore di mercato, intorno a 35-36 centesimi. Ma il punto di rottura è stato causato dal diniego dell’Ente di cedere una quota rilevante del 15,5% complessivo messo in vendita. Pare che Mancuso fosse disposto ad acquisire fino al 9,9%, diventando un socio stabile di minoranza, cosa che la Fondazione non riterrebbe opportuna, visto che tiene a mantenere la governance per sé e l’assetto bancario a Siena.
E anche il fondo italiano d’investimento, Clessidra, si è ritirato dai giochi, privando la Fondazione di un aspirante acquirente istituzionale italiano. Al momento, infatti, risulta interessato il fondo britannico Optimum, sebbene non abbia formalizzato ancora alcuna offerta. Agli inglesi potrebbe andare fino al 4%, secondo alcune indiscrezioni.
Palazzo Sansedoni ha già ceduto il 2,5% sul mercato e pare che sia in trattativa per la cessione di un pacchetto del 4% alla famiglia fiorentina Aleotti, proprietaria della casa farmaceutica Menarini.
Sarebbe importante che fosse in grado di trovare quelle controparti strategiche di cui parlava in fase di annuncio della cessione del 15,5% del suo 49% di controllo, in quanto più di un analista nutrirebbe dubbi sul fatto che l’Ente abbia la possibilità di trovare un consistente sbocco sul mercato.