Colpo di scena nel capitolo sulla vicenda di Impregilo. E’ di ieri la comunicazione alla Consob che il costruttore romano Salini è salito ulteriormente salito nel capitale azionario di Impregilo, arrivando al 22%, dopo avere rastrellato sul mercato una quota del 2%, per un esborso di circa 25 milioni.
A questo punto, Salini resta il principale oppositore al progetto del gruppo Gavio, che ha rilevato il 100% di Igli, la holding che controlla Impregilo al 29,9%, grazie all’acquisizione del 33% di Atlantia dei Benetton e di un altro 33% da Fondiaria Sai dei Ligresti a fine dicembre. Essendo già al 33%, Gavio ora è unico azionista di Igli e controlla da solo il 29,9% di Impregilo, diventando di fatto socio di maggioranza e di controllo.
Tuttavia, la sua posizione è da tempo insidiata da Salini, che ad ottobre si è affacciato sul mercato con l’acquisto di un primo pacchetto del 5%, arrivato ora al 22%. Ha ancora spazio per arrivare alle stesse percentuali di Tortona, ma pare evidente che la sua intenzione sia il lancio di un’offerta pubblica di acquisto, per rilevare il controllo della società.
Sotto il profilo finanziario, Salini è agevolato dal fatto che ha un valore di carico delle azioni inferiore a quello di Gavio. Ha anche annunciato di stare lavorando alla presentazione di un piano industriale di integrazione con Impregilo, con la consulenza di Boston Consulting. L’obiettivo sarebbe di creare un polo di costruzioni internazionale, integrando i due business. La società romana è forte nel campo delle costruzioni all’estero, mentre Impregilo è più forte in patria e funge anche da società concessionaria.
Secondo Salini, il suo piano creerebbe valore per gli azionisti. E la risposta del mercato non si è fatta attendere, con il titolo Impregilo ieri esploso a 2,88 euro, guadagnando a Piazza Affari l’8,76%, sulla previsione di una battaglia tra Opa concorrenti, a tutto vantaggio dei piccoli azionisti.
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