La Commissione europea ha dato il via alla strategia “L’innovazione per una crescita sostenibile: una bioeconomia per l’Europa”, attraverso la quale intende sostenere un’economia che, grazie all’innovazione, faccia un uso più ampio e sostenibile delle risorse rinnovabili.
Con il temine bioeconomia si fa riferimento alla produzione di risorse biologiche rinnovabili e alla loro trasformazione in alimenti, mangimi, prodotti (parzialmente o integralmente) derivanti da materiali di origine biologica, e bioenergie, e più specificamente da agricoltura, silvicoltura, pesca, produzione di carta e pasta di carta, come anche della chimica e delle industrie biotecnologica ed energetica. Si tratta di settori che hanno un forte potenziale innovativo, in quanto i loro prodotti vengono utilizzati in molteplici ambiti scientifici (quali scienze naturali, agronomia, ecologia, scienze alimentari e scienza sociali) e in tecnologie industriali e abilitanti (quali biotecnoogie, nanotecnologie, tecnologie dell’informazione e della comunicazione e ingegneria).
La nuova strategia intende creare sinergie e complementarità con altri settori, strumenti e fonti di finanziamento per le politiche che condividono gli stessi obiettivi, quali i fondi di coesione, le politiche comuni della pesca e dell’agricoltura (PCP e PAC), la politica marittima integrata, le politiche ambientali, industriali, occupazionali, energetiche e sanitarie.
Il piano d’azione della Commissione europea è articolato su tre assi principali:
1. Investimenti in ricerca, innovazione e competenze per la bioeconomia
2. Coordinamento delle politiche, in particolare attraverso la creazione di una piattaforma sulla bioeconomia e di un osservatorio sulla bioeconomia e l’organizzazione di conferenze in questo settore,
3. Sviluppo dei mercati e della competitività nei settori della bioeconomia, con l’aumento della produzione primaria e la conversione dei rifiuti .
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