Ieri, il Tesoro ha collocato 12 miliardi in BoT flessibili a 127 giorni e in BoT a un anno. I primi sono stati offerti per 3,5 miliardi e hanno riscontrato una domanda sostenuta, pari a 2,45 volte. L’esito di tale collocamento è stato il formarsi di un rendimento abbastanza contenuto, pari all’1,546%.
E’ andata molto bene anche per i BoT a un anno, che il Tesoro ha offerto per 8,5 miliardi e che hanno riscontrato una domanda molto bassa, con un rapporto di copertura di appena 1,09. Il giallo è stato chiarito un’ora dopo l’annuncio dei dati da parte della Banca d’Italia. Un guasto nella ricezione degli ordini ha ritardato l’arrivo di buona parte della domanda, giunta dopo le ore 11 di ieri, termine ultimo per aderire all’offerta.
Tuttavia, è stato molto positivo il fatto che, nonostante questo inconveniente, il rendimento ha continuato a scendere, attestandosi al 2,23%, in calo dal precedente 2,735% di gennaio. Un’ulteriore riduzione di 50 punti base, che rendono tale rendimento il più basso dal luglio 2011 e quasi in linea con i primi mesi dell’anno scorso, quando il costo dell’indebitamento annuale si aggirava ancora intorno al 2%.
I tassi si starebbero pian piano normalizzando, anche se le tensioni sul monetario restano. Se ieri l’approvazione del piano di austerità in Grecia del giorno prima aveva fatto sperare in un restringimento significativo del differenziale tra i nostri BTp e i Bund tedeschi, con il prosieguo della seduta le cose non sono andate esattamente così e lo spread è tornato ai livelli di chiusura del venerdì sera, a 367 punti base.