Tre giorni fa sono arrivate improvvise le dimissioni di Giuliano Zuccoli da presidente del consiglio di gestione di A2A, la società che controlla Delmi al 51%.
L’ingegnere sessantanovenne avrebbe deciso di lasciare anche la presidenza di Edison e di Assoelettrica, dopo gli attacchi subiti da parte dell’assessore al Bilancio del Comune di Milano, Bruno Tabacci, in seguito all’operazione di riassetto di Edison-Edipower, che prevede la separazione tra soci italiani e quelli francesi di Edf.
Il piano di Zuccoli è andato a buon fine e Parigi è prossima così a ottenere il controllo di Edison, mentre i soci italiani riuniti in Delmi (A2A e Iren) otterranno il controllo totale di Edipower, oggi controllata Edison al 50%. Il modello di Zuccoli è il Rew tedesco; in pratica, le due ex municipalizzate conferiranno alla società le loro centrali idroelettriche e una porzione molto alta dei loro debiti, per concentrare il loro business su rifiuti e attività di rete.
Edipower dovrebbe così diventare la seconda società energetica italiana, con la produzione di oltre 4.000 megawatt di potenza termoelettrica e 1250 circa di potenza idroelettrica.
Zuccoli ha guidato A2A per quasi 16 anni, da quando l’allora sindaco di Milano, Gabriele Albertini, lo nominò a capo della ex Aem, ruolo che gli fu confermato anche dal sindaco Letizia Moratti. L’ingegnere volle la creazione di una sinergia con la ex municipalizzata ligure-piemontese Iren e insieme nel 2008 diedero vita a Delmi, mentre Aem cambiava nome in A2A.
C’è chi ritiene che le dimissioni siano un atto elegante, in vista di un forte ridimensionamento degli italiani in Edison, dopo l’accordo di separazione consensuale, per quanto travagliato.