E’ negativo il bilancio presentato da Assogestioni sul 2011. Complessivamente, in Italia il risparmio gestito è sceso di 40,8 miliardi, a causa dei maggiori riscatti dei risparmiatori lungo l’anno, rispetto ai nuovi apporti. E il mese di dicembre ha aggravato il rosso, con una raccolta negativa per 9,5 miliardi.
Determinata da 5,6 miliardi di deflusso netto per le gestioni collettive e da 3,6 miliardi dalle gestioni di portafoglio.
Complessivamente, il 2011 è stato caratterizzato così da un deflusso netto di 30,6 miliardi per le gestioni collettive e da 10,2 miliardi per le gestioni di portafoglio.
La ragione fondamentale di tale crisi sta sì nell’instabilità dei mercati finanziari, che scoraggia nuovi investimenti e accelera i disinvestimenti dei risparmiatori, ma il colpo più duro sui fondi è dato dalla concorrenza delle banche, che in questa fase spingono i clienti a tenere il proprio denaro nei depositi e li allettano con obbligazioni bancarie molto remunerative, in quanto hanno una forte necessità di liquidità.
Tuttavia, si prevede che nel corso della seconda parte del 2012 dovrebbero dispiegarsi gli effetti dell’intervento della BCE, che ha messo a disposizione del sistema bancario strumenti di liquidità fino a 3 anni e ha ridotto all’1% i tassi di riferimento, ai minimi di sempre.
Questo dovrebbe spingere le banche a chiedere meno liquidità ai risparmiatori, allentando la concorrenza con le società di gestione del risparmio.
La crisi ha riguardato un pò tutti i grandi gestori nazionali, con la sola eccezione di Mediolanum, che non a caso ieri ha registrato una buona reazione in borsa, dopo la pubblicazione di questi dati.
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