Ieri, il caso Edison è giunto al tavolo della Consob, dopo la presentazione da parte dei francesi di Edf della loro offerta per la rilevazione delle quote di minoranza nella società energetica milanese.
Si tratta di un prezzo di 0,84 euro per azione, lo stesso che sarà pagato ai soci italiani di Delmi, sulla base di un accordo raggiunto a dicembre, dopo quasi un anno di intense trattative.
Edf ha minacciato di fare saltare l’operazione, qualora l’authority decidesse per un prezzo superiore, in quanto gli 84 centesimi sono per Parigi una valutazione congrua.
Il piano prevede che i francesi acquisiscano il 50% delle azioni di Transalpina di Energia (TdE) da parte di Delmi, partecipata A2A e Iren. TdE controlla il 61,7% delle azioni di Edison, portando complessivamente così all’80,7% il numero di azioni che Edf deterrà nella società.
L’acquisizione avverrà per 700 milioni, ma in cambio avverrà uno scambio di quote con gli italiani, in quanto A2A e Iren otterranno il 70% di Edipower, oggi controllata Edison, attraverso la rilevazione del 50% in mano a quest’ultima e al 20% di Alpiq. Tale operazione costerà ai soci Delmi 800 milioni.
Inoltre, è stato anche stabilito che Edison dovrà fornire gas a Edipower almeno per i prossimi cinque anni, per una percentuale non inferiore al 50% del suo fabbisogno.
Resta un nodo che Consob vorrebbe sciogliere, cioè se gli 84 centesimi che i francesi pagheranno agli italiani non siano un prezzo scontato, in cambio di una valutazione più magra per Edipower. Se così fosse, infatti, i soci di minoranza avrebbero diritto a un’offerta migliore, ma così si metterebbe a rischio l’intero riassetto della società.
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