Tempi sempre difficili per l’accesso al credito da parte delle Pmi. La crisi economica che attanaglia il mondo sta portando le banche ad impiegare criteri sempre più rigidi quando si tratta di concedere mutui, prestiti o finanziamenti alle imprese. Naturalmente sono sempre le PMI quelle che faticano maggiormente. In più, il denaro preso a frestito dalle banche ha costi sempre più elevati.
Il ribasso dei tassi di interesse, che è stato da pochi giorni praticato dalla BCE, non è riuscito ad influenzare positivamente i tassi praticati alle imprese in cerca di finanziamento. Invece i tassi che si stanno praticando, sono decisamente in aumento perchè le banche hanno poca liquidità e concedono prestiti con estrema difficoltà.
L’aumento dei tassi di interesse e di quello dello spread, causano grossi problemi di accesso al credito per le imprese e quindi aumenta la crisi di liquidità per le PMI. Le aziende non riscono così a trovare i capitali da investire nella propria crescita ma addirittura spesso faticano a restare in attività. Tutto questo non fa che alimentare la crisi economica, dando vita ad un brutto circolo vizioso.
Le banche possono decidere autonomamente quelli che sono i tassi di interesse che applicano solo entro certi limiti. La Banca d’Italia, infatti, stabilisce ogni trimestre quali siano i tassi di interesse massimi, oltrepassati i quali i le banche sono perseguibili per legge con l’accusa di usura (D.L. 13/05/11, n. 70).
Per il primo trimestre del 2012 sono stati stabiliti come massimali:
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19,15 per cento il tetto massimo per i prestiti personali per prestiti fino a 5 mila euro, mentre per prestiti superiori il tetto massimo è del 16,95 per cento
- per i mutui ipotecari: 9,85 per cento, se il mutuo è a tasso fisso, mentre dell’8,28 per cento se il mutuo è a tasso variabile