A pochi giorni dall’avvio della ricapitalizzazione di Unicredit, uno dei soci più importanti, il fondo americano di investimento, Blackrock, ha annunciato di essere sceso dal 4,02% all’1,71%. L’informativa risale al 27 dicembre, pertanto, la vendita di oltre la metà del pacchetto azionario nelle mani del fondo a stelle e strisce risalirebbe alla settimana di Natale, quando, in effetti, sul mercato si era registrato un calo del valore delle azioni Unicredit.
Poiché il fondo si era ancora presentato con l’intera quota a sua disposizione all’assemblea straordinaria del 15 dicembre, chiamata a decidere sulla ricapitalizzazione, ciò significa che la vendita del pacchetto è avvenuta tra il 16 e il 27 dicembre.
Bisogna adesso capire quali siano le ragioni che hanno spinto Blackrock a mollare più della metà delle azioni in suo possesso, scendendo sotto quella soglia del 2%, che impone una comunicazione alla Banca d’Italia. Se fosse un segnale di sfiducia su Unicredit, allora ci sarebbe ben poco da stare tranquilli per l’ad Federico Ghizzoni, che pure si era mostrato ottimista sull’operazione, che avrà inizio a partire dal 9 gennaio.
Ma c’è anche chi sospetta che il tutto sia da ricollegare a una possibile mossa del fondo, il quale approfitterebbe della possibilità di acquistare le azioni di nuova emissione a un prezzo molto più basso delle attuali quotazioni. Si ipotizza, infatti, che le azioni vengano emesse a un valore inferiore del 30-35% del Terp.
Tuttavia, il problema è che non tutti gli altri soci sarebbero disponibili ad avvalersi totalmente del diritto di opzione pro-quota. Fondazione Cariverona, ad esempio, ha già fatto sapere che sottoscriverà il 3,51% dell’aumento di capitale, rispetto al 4,2% della sua partecipazione. Questo lascia aperta la possibilità che entrino nuovi soci.
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